Mancano pochi minuti alle 9.30, il “plotone dei 400” è radunato
all'interno del parco in prossimità del lago di Soraga da dove
prenderà il via la Val di Fassa Running.
Il sole splendente, oltre
ad abbellire il paesaggio che abbiamo l'opportunità di ammirare,
contribuisce a scaldare ulteriormente l'atmosfera pre-gara.
Quella che si profila è
un tappa molto impegnativa: la brochure ci preannuncia che ad una
salita con pendenze superiori al 20% seguirà una zona paludosa ed
una discesa ripida e molto insidiosa!
Alcune raccomandazioni di
rito da parte degli organizzatori poi, il via!
Passiamo il ponte di
legno che scavalca il fiume ed eccoci tra le vie del paese... dopo
meno di un chilometro la strada comincia a salire e ben presto la
salita che porta verso Tamion si accentua e mi costringe ad
abbandonare la mia andatura, a dire il vero forse un po' troppo
tranquilla, per lasciare posto ad una camminata affannosa che cerco
di rendere un pelo più efficace con l'aiuto delle braccia appoggiate
sulle gambe.
Impiego oltre 21 minuti
per compiere i 2 chilometri più duri!!!
Una svolta a sinistra
segna la fine della salita e l'inizio della zona paludosa. Lamento un
certo indurimento alle gambe ma ciò che conta, adesso, è che
finalmente si comincia a scendere... tanto fango, tante radici, tante
pozze d'acqua... avanzo con una certa cautela fino a quando raggiungo
finalmente la forestale dove riesco a dar libero sfogo alle mie
falcate. Comincio a prendere il ritmo, ma ecco che la discesa si
“incattivisce” e diventa praticamente “incorribile”... il
fondo, ora in cemento, completa l'opera! Sono poche centinaia di
metri ma i miei arti inferiori, a forza di frenare, non ce la fanno
più...
Gli ultimi tre
chilometri, perlopiù ondulati, sono un disastro... fatico a mettere
una gamba davanti all'altra (maledetta discesa!!!) e li percorro
faticando non poco. Solo in prossimità delle ultime centinaia di
metri, quando dall'alto riesco a vedere l'inconfondibile gonfiabile,
ritrovo le energie per spingere e per chiudere, davanti al pubblico
che riempie la zona d'arrivo, dando la parvenza di averne ancora...
tempo 1:07'55” (10,4 km.).
Moena, 25 giugno.
Il ritrovo per la seconda tappa è fissato al campo sportivo di
Moena.
Si toccheranno ben tre malghe ed attraverseremo paesaggi
davvero suggestivi. Molti saliscendi e, anche oggi, una discesa molto
impegnativa in mezzo al bosco, resa ancora più difficoltosa dalla
presenza di sassi, radici, pigne e, chi più ne ha, più ne metta.
Il cielo è nuvoloso e,
poco prima della partenza, comincia addirittura a piovere... solo
poche gocce però! Pronti... via!
Le gambe,
indolenzite dalla fatica del giorno precedente, non mi consentono di
tenere il ritmo che vorrei. Decido quindi di procedere al piccolo
trotto nella speranza, cammin facendo, di trovare quella scioltezza
che mi permetterebbe di alzare il ritmo. La strada sale fino al km.
5, le pendenze non sono proibitive ma di energie me ne ritrovo
poche...
Dopo alcuni saliscendi
comincia una rampa che dalla planimetria della tappa non sembrava
essere tanto dura... inutile dire che sono assalito dallo sconforto e
che mi vedo costretto a camminarla quasi per intero. “Scollino” e
riesco finalmente a ritrovare un po' di corsa. Un'altra breve
illusione, perché ben presto ci fanno entrare nel bosco e qui, per
me, si fa notte fonda...
Vegetazione molto fitta,
fondo molto sconnesso ed aggiungiamoci anche il fatto che le lenti
dei miei occhiali sono completamente appannate... mi passano in venti, forse in
trenta, scuoto la testa pregando che presto, molto presto, finisca
questo maledetto tratto di discesa.
Mancano solo 4 chilometri quando
lascio il sentiero e mi immetto su strada asfaltata.
Le nuvole hanno
lasciato posto al sole e ad uno splendido cielo blu ma ormai, giunto
a questo punto, oltre che stanco sono demotivato... tempo 1:30'30”
(14 km.).
Canazei, 26 giugno.
Le gambe non ne vogliono sapere di correre... gli strascichi di
Soraga e Moena si fanno sentire, eccome se si fanno sentire!!! Gli
indolenzimenti sono forti, basta una semplice pressione sui muscoli
per farmi sobbalzare!
La giornata è
bellissima, la terza tappa non presenta particolari asperità: molto
tracciato pianeggiante sulla pista della Marcialonga, breve la salita
e breve anche la discesa... l'unica grossa incognita è rappresentata
dalle mie condizioni non proprio ottimali.
Il riscaldamento è lungo
e molto curato, tanto stretching, tanti massaggi... e tanta buona
volontà.
Alle 9.30, puntuale come
sempre, ecco il via!
I primi 3 chilometri sono
in leggera ascesa e imposto un ritmo che le mie gambe riescono ad
accettare... una discesa appena accennata mi conferma che ora le cose
vanno meglio e che i dolori muscolari stanno diminuendo.
All'altezza
del “Palazzo del Ghiaccio” comincia la salita, un piccolo tratto
molto ripido, poi si attraversa la statale e ci si immette nella
strada che porta in direzione della chiesa di Alba di Canazei.
E' uno
spettacolo salire e poter ammirare, proprio di fronte, il Gruppo del
Sassolungo e, poco più a destra, il massiccio del Sella.
La salita si accentua ma,
strano a dirsi, il mio passo non ne risente... mi sembra di aver
ritrovato una certa brillantezza. Dopo appena un chilometro si scende
su una forestale e, immancabile, arriva anche la deviazione nel
bosco. Stavolta, però, il fondo non è malvagio e soffro il
giusto...
A Canazei torniamo sul
sentiero che costeggia l'Avisio, ora mancano circa 4 chilometri (2
per raggiungere Campitello in leggera discesa, ed altri 2 per tornare
a Canazei in leggerissima salita).
Il tratto Canazei –
Campitello mi serve per trovare un buon ritmo, gli ultimi 2
chilometri riesco ad aumentarlo ulteriormente e chiudo bene
(era ora!!!) ritrovando fiducia ed ottimismo... tempo 1:03'09” (10,5
km.).
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