lunedì 8 ottobre 2012

La mia Verona Marathon

La tensione che già avevo cominciato a “covare” da alcuni giorni si è manifestata prepotentemente, come in effetti si poteva prevedere, proprio nella notte della vigilia della gara: la sveglia era puntata per le 4.30 del mattino, ma già da parecchio tempo prima mi rigiravo nel letto cercando, invano, di scacciare dalla mia testa gli assillanti e persecutori pensieri sull'imminente maratona nella quale, di lì a poche ore, mi sarei dovuto cimentare.

Dopo la colazione ed una veloce sistemata, alle 5.15 esco di casa e non posso fare a meno di notare che che la mattinata è eccezionalmente calda.

Raggiungo il luogo concordato e, in compagnia di Alberto ed Alessandro, mi metto in viaggio in direzione di Verona. Per strada non c'è praticamente nessuno...

Parcheggiamo l'auto, ci rechiamo nel vicino palazzetto per il ritiro del pettorale e del pacco gara, prendiamo la navetta che ci conduce a Sant'Ambrogio di Valpolicella e, con largo anticipo, possiamo finalmente cominciare a prepararci per la nostra avventura.

Il cielo è coperto da una nuvolaglia alta e sottile...

Incontriamo Ziro (il suo nome è Alberto, un amico della polisportiva il cui obiettivo dichiarato è quello di stare sotto le 3h30') ed alcuni amici “forumendoli”; ci scambiamo impressioni e stati d'animo; consegniamo le sacche ai camion dell'organizzazione e, quando manca un quarto d'ora all'orario fissato per la partenza, siamo già sistemati nelle rispettive “gabbie” a noi riservate in attesa dello start.

Alle 9.32, con un lievissimo ritardo e col sole che oramai ha frantumato il sottile strato di nuvole, si parte...

Devo scacciare i “fantasmi di Roma” (due anni fa il mio esordio in maratona fu fallimentare: fui costretto ad abbandonare al km. 30 per problemi di stomaco), ragion per cui il mio obiettivo dichiarato era quello di riuscire a terminare la gara in condizioni accettabili; in certi momenti, preso da una certa euforia, avevo anche ipotizzato come alla mia portata un tempo attorno alle 4h00', ma gli ultimi giorni il "tarlo" del riscontro cronometrico l'avevo di fatto accantonato.

La mia tattica di gara prevede un passo di 5'40” da tenere almeno fino al km. 30, dopodiché, a seconda delle mie sensazioni, valuto se insistere su quel ritmo o se accontentarmi di gestire i rimanenti 12 chilometri.

Dopo le prime centinaia di metri, molto affollate, cerco ben presto di tenere il passo preventivato; alcuni saliscendi mi lasciano un tantino disorientato, anche perché dall'altimetria pubblicata sul sito internet della manifestazione, non erano per nulla contemplati...

57'38” (passo medio 5'46”) è il riscontro cronometrico al km. 10; tutto è regolare, il leggero ritardo sulla tabella di marcia è dovuto alle ondulazioni che mi hanno suggerito una certa cautela.

Noto, con sommo dispiacere, che di pubblico ce n'è davvero poco... è vero che siamo in aperta campagna, però mi aspettavo un po' più di calore... attorno a me solo foschia e tanti vigneti.

Passaggio alla mezza in 2:02'35” (passo medio 5'48”); il caldo e l'umidità cominciano a farsi sentire, ma a parte i 2' di ritardo accumulati, tutto procede ancora abbastanza bene.

Al km. 25 commetto forse l'errore di fermarmi al ristoro: qualche sorso d'acqua per diluire il gel che dovrebbe fornirmi quell'energia di cui comincio ad avvertire un impellente bisogno; stento infatti a ripartire, nel senso che le gambe cominciano ad “ingripparsi” e girano più lentamente rispetto a poco prima. Il senso di fatica, inoltre, si fa via via più evidente. Le sensazioni cominciano a farsi sgradevoli...

Al km. 27,5 mancano addirittura le bacinelle d'acqua per lo spugnaggio e questo non doveva assolutamente accadere; chiedo lumi all'addetto sistemato nei pressi dei tavoloni e lui, per tutta risposta, non fa altro che allargare le braccia e scrollare le spalle.

La cosa ha le sue ripercussioni psicologiche: corro da quasi tre ore, è un caldo bestia e non posso neanche bagnarmi testa, braccia e gambe per trovare quel sollievo di cui ho necessità estrema... cattivi pensieri cominciano a fare breccia nella mia mente...

Passo il km. 30 in 3:03'45” (passo medio 6'07”) e qui capisco che la crisi è dietro l'angolo... chiaramente sono calato, il mio ritmo si è abbassato considerevolmente, ma non sono ancora “alla frutta”, diciamo solo che non sono messo proprio bene...

Finalmente posso bagnarmi e dissetarmi e mentre sono in procinto di ripartire mi vengono in mente le parole di Domenico, un altro amico del forum, che mi aveva saggiamente suggerito, trattandosi della prima maratona (Roma non conta), di godermela fino in fondo. Come? Sorridendo...

E così ho fatto... i 12 finali ho proprio cercato di godermeli appieno... ho alternato tratti di corsa a tratti di cammino, ed ho trascorso tanto tempo a chiacchierare con i tanti runners che, come me, erano a corto di energie.

Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, arrivo finalmente al km. 40 (4:24'49”, passo medio sceso a 6'37”)... ormai è fatta, non possono di certo essere gli ultimi 2 chilometri a spaventarmi; un'altra bella bevuta sotto un sole diventato quasi insopportabile e riprendo la mia fatica che si concluderà, a breve, all'interno dell'Arena.

“Gioco” col poco pubblico ancora presente appoggiato alle transenne, scambio qualche “cinque” con ragazzini dallo sguardo incuriosito... l'Arena è proprio davanti a me... un rettilineo, un'ultima curva a destra e dopo pochi metri taglio il tanto sospirato traguardo!

Il Garmin dice 4:41'06” (passo medio finale 6'39”)... dopo aver preso la medaglia mi guardo attorno e mi godo, anche se solo per pochi minuti, lo scenario che mi circonda; davvero molto suggestiva l'arena vista dal suo interno!

Sono chiaramente stanco, ma la condizione generale è buona... l'obiettivo è stato raggiunto, ho concluso la gara in condizioni accettabili. Il crono? Stavolta non conta... c'è tempo per migliorarlo! :-)