giovedì 18 luglio 2013

Mapei Day 2013: la scalata dello Stelvio (Il Gigante)

Lo Stelvio... una leggenda!

Lo Stelvio... lassù... ai piedi dell'Ortles, tanto da sembrare irraggiungibile, tra Svizzera, Lombardia e Alto Adige!

Lo Stelvio... i suoi 2.758 metri!

Lo Stelvio... le sue interminabili salite... i suoi tornanti!

Stelvio e Giro d'Italia... memorabile e incastonata nella storia l'impresa di un certo Fausto Coppi, datata 1953, che nella tappa Bolzano - Bormio, sulle rampe altoatesine che conducono al passo, staccò il leader della classifica, lo svizzero Hugo Koblet, conquistò la maglia rosa e vinse il suo quinto ed ultimo Giro.

Stelvio e ciclismo... un binomio che funziona da sempre... paradiso per i ciclisti, professionisti e semplici amatori. Rappresenta forse la più ambita delle tre mitiche salite (Stelvio, Gavia e Mortirolo) da riuscire a fare in sella ad una bicicletta! 

Stelvio e podismo... cosa? Si, podismo...

Grazie al Mapei Day anche a chi corre a piedi viene data l'opportunità di salire al Passo partendo da Bormio... una mezza maratona immersi nella magia dell'omonimo Parco Naturale... strada chiusa al traffico... podisti, ciclisti e skirollers... tutti assieme... tutti alla ricerca del proprio sogno... tutti alla conquista dello Stelvio!

Lo Stelvio... di cui fino ad ieri avevo solo sentito parlare... 

14 luglio 2013... Mapei Day... il mio Stelvio...

Mi piace la corsa, mi piace la salita e mi piacciono pure le montagne... sembra una gara tagliata su misura per me...

Bormio, però, è molto lontano da Bologna e non è, a metà luglio, facilmente raggiungibile.

Partendo di sabato la A22 è off-limits... troppo traffico. Conviene trovare un percorso alternativo con la conseguenza di dover affrontare tanta (troppa) strada "normale"... più di 150 km. con una serie infinita di gallerie lunghe e scarsamente illuminate! Sigh...

In più devo fare i conti con l'altimetria del percorso... fa letteralmente paura! Si parte dai 1.225 m.s.l.m. di Bormio e si arriva ai 2.758 m.s.l.m. del Passo... 1.533 metri di dislivello, tutti in salita, senza sosta...

Benedetto il giorno in cui decisi di iscrivermi...

La Corsa è strana... la Corsa ti corteggia, ti affascina, ti seduce fino ad ammaliarti del tutto.

E non ne esci... una volta che ti "cattura" ne sei schiavo, ne sei succube... non riesci a fare a meno di Lei, per cui quello che inizialmente era nato come un semplice approccio diventa, col tempo, una droga! E la droga, si sa, crea dipendenza...

Più corri e più correresti! Perché correre è bello; correre ti trasmette benessere (le endorfine non sono chiacchiere da bar); correre ti consente di evadere dalla quotidianità; correre ti permette di ritagliarti uno spazio tutto tuo, uno spazio nel quale entri in simbiosi con la Corsa, quella dimensione nella quale tu e la Corsa vi fondete e diventate una "cosa" sola!

E allora che fai? Ti lasci trasportare dagli eventi...

Piano piano ti accorgi che il "giochino" ti piace... ti rendi conto che le gambe rispondono sempre meglio e, soprattutto, riesci a fare meno fatica... in parole povere, stai progredendo... cominci a procurarti informazioni, a navigare su internet... ti metti alla disperata ricerca di qualsiasi consiglio che possa aiutarti nell'affrontare la corsa nel miglior modo possibile: prevenendo infortuni, curando l'alimentazione e adottando tanti di quegli accorgimenti che, elencarli tutti, faremmo notte fonda!

Magari ti iscrivi pure ad un forum e scopri che sono tantissime le persone che condividono la tua stessa passione e che, soprattutto, nutrono i tuoi stessi timori, le tue stesse ansie...

Partecipi alle prime corse della domenica mattina, le cosiddette "tapasciate", per intenderci, quelle dove puoi partire quando ti pare e che alla fine ti regalano il chilo di pasta... quelle "trotterellate" che comunque ti permettono di entrare, per la prima volta, nel fantastico mondo dei runners... quel mondo in un certo senso "malato", fatto di riti scaramantici, di olio di canfora, di cerotti, di cronometri, di gps... Gps? Come quello dei navigatori satellitari? Si... il gps, proprio lui...

Cominci quindi a confrontarti anche con gli altri e ti accorgi, tutto sommato, che i tuoi tempi non sono neanche malaccio e che tutto ciò è decisamente appagante! Perché allora non pensare a qualche competitiva?

Ti iscrivi ad un gruppo podistico, ti sottoponi alla visita per l'idoneità sportiva agonistica e... il gioco è fatto!

Non è vero... manca ancora il famoso gps, che in "men che non si dica" provvedi ad acquistare su internet perché, si sa, nei negozi costa una follia!

Puoi finalmente gareggiare e il giorno della tua "prima" ti rendi conto che l'adrenalina è tanta, che l'eccitazione non ti fa "star nella pelle", che le emozioni che vivi sono emozioni forti! E tutto questo ti piace maledettamente... tutto questo ti stimola e ti induce a farlo ed a rifarlo più volte...

Ed' è così che dalle gare sui 10 km. passi alle mezze maratone, poi è la volta delle 30 km. e delle maratone... finché vai oltre, vai alla ricerca di qualcosa in più... provi allora le corse in montagna, perché se è vero che correre è un piacere, farlo in contesti paesaggistici da favola lo è ancora di più! Scopri per caso il giro podistico a tappe della Val di Fassa, te ne innamori a tal punto che rappresenta ormai un appuntamento imperdibile... ti imbatti nella durissima Camignada, poi è la volta di una "classica": la Cortina-Dobbiaco...

... finché torniamo ai giorni nostri... ad ieri... allo Stelvio!

Una sfida con me stesso... un'altra ancora!

La giornata è da incorniciare, Bormio è baciata da un sole splendido, il cielo è totalmente sgombro di nuvole ed alle 8 del mattino la temperatura è decisamente gradevole...

La partenza dal centro del paese avviene all'orario prestabilito, dopo poche centinaia di metri imbocchiamo la statale che ci condurrà fino ai 2.758 m.s.l.m. del Passo dello Stelvio...

La strada comincia a salire... ha inizio il mio stato di trance...

Fatico a spiegarlo ma, in un certo senso, è come se mi addentrassi ancor più nel contesto... come se, oltre a partecipare all'evento in quanto runner, ne fossi anche spettatore e cronista... 

Il ritmo è, per ovvie ragioni, molto compassato... attorno a me tanto silenzio, dopotutto, vista la lunghezza della salita, è bene risparmiare fiato fin da subito. Ma c'è di più... percepisco quel silenzio da parte di tutti come una forma di rispetto nei confronti del "Gigante" che ci apprestiamo a scalare... 

Non spingo... sto solo molto attento a non eccedere e a non andare in affanno.

Osservo tutto quello che mi circonda: gli alberi, i monti, il cielo terso, i canaloni di neve in prossimità delle cime, gli uccelli che volano sopra le nostre teste... anche i pochi spettatori disseminati qua e là lungo la strada sono... ammutoliti! Ci scrutano limitandosi solo a sussurrare qualche timida parola di incitamento... la loro pacatezza è sintomatica, anche queste persone appartengono all'evento, anche loro nutrono rispetto per noi, per la nostra fatica e, naturalmente, per "Il Gigante"...

L'unica nota stonata è rappresentata da qualche macchina che, ahimé, nonostante la strada chiusa al traffico, ci ritroviamo in mezzo alle scatole!

I chilometri si susseguono... attraversiamo le prime gallerie, fredde, buie e decisamente anguste... fa caldo... qualche concorrente, forse partito troppo forte, arranca ed è già costretto a procedere camminando...

Il "religioso" silenzio è bruscamente interrotto dal clacson dell'autovettura dell'organizzazione che preannuncia l'imminente passaggio della leader della gara ciclistica femminile... una scheggia!!!

Pochi minuti dopo è la volta del "fuggitivo" della gara ciclistica maschile... un'altra scheggia!!!


Con le biciclette che cominciano a "sfrecciare" ora bisogna fare molta attenzione alle traiettorie... guai a "tagliare" repentinamente una curva senza sincerarsi di avere la strada libera...


Torna il silenzio e, col silenzio, la magia... mi è più facile "ascoltare" i segnali del corpo... tutto va per il meglio: le gambe rispondono bene, le falcate sono regolari, la respirazione anche... mi sforzo addirittura di non "ingobbirmi" troppo e di tenere la schiena abbastanza dritta... diciamolo pure, ci tengo pure all'estetica! :-)

Passo al cartello dei -15 quando il mio gps segna 7,15 km. già percorsi... c'è qualcosa che non quadra... 15 più 7 fa 22... l'incredulità si manifesta negli sguardi dei miei "compagni di viaggio"... anche loro devono fare i conti con le "bizze" dei gps! Probabilmente tornanti e gallerie li hanno fatti "sballare"...


Realizzo immediatamente che quello che ritenevo essere un buon passo (inteso come ritmo) è, alla luce di un rapido calcolo, una schifezza...

Non mi perdo d'animo... mi immergo nella contemplazione della natura circostante e continuo a macinare chilometri...

Mi avvicino ai -10 e gli alberi cominciano a diradarsi... la vegetazione è meno fitta e il contrasto delle rocce grigie delle montagne con il blu cobalto del cielo è qualcosa di strepitoso!

Comincio ad avvertire una certa sofferenza alle gambe... la strada da percorrere è ancora tanta, ragion per cui decido saggiamente di procedere, per qualche secondo, camminando...

Appena affrontato l'ennesimo tornante, lo spettacolo che mi si "apre" dinanzi agli occhi è da incorniciare: una "processione" interminabile di ciclisti e di altri podisti che, come me, stanno salendo verso il passo creando l'effetto ottico di un interminabile serpentone multicolore...

Rimango folgorato... imbambolato... non riesco a staccare gli occhi da quello spettacolo... 

Ho recuperato un po' di fiato, potrei riprendere a correre, ma continuo ad essere catturato dalle sinuosità dell'inarrestabile "serpentone"...

Finalmente riparto, ma l'affanno si ripresenta presto, troppo presto... sto inevitabilmente pagando dazio... la troppa salita si sta facendo sentire...

Da questo momento in poi mi vedrò costretto ad alternare corsa molto lenta e camminata... pazienza...

Il tratto di strada compreso tra la terza e la quarta casa cantoniera spiana... mi sembra addirittura che alcuni tratti siano in discesa, ma deve trattarsi solo di una mia impressione, anche perché continuo ad esercitare sulle gambe uno sforzo non indifferente...

Siamo ai -3.

Le pendenze, ora, tornano a farsi molto impegnative... il Passo è proprio lì, davanti a me, poco più in alto... non mi perdo d'animo e continuo a corricchiare (o forse sarebbe più opportuno scrivere trascinarmi visto che impiego più di 18 minuti per compiere terzultimo e penultimo chilometro)!

Le tante biciclette che mi affiancano in questo tratto di strada hanno un'andatura appena leggermente superiore alla mia... siamo tutti nella stessa barca... siamo tutti stremati dalla fatica ma, nonostante tutto, quando capita che gli sguardi si incrociano, troviamo la forza di sorriderci e di incitarci a vicenda... che bello!!!

Passo il cartello dei -1 poi, quando di metri ne mancano 500 comincia il countdown... 450, 400... un ultimo sforzo ancora... riprendo a correre e taglio il traguardo in 2h44'!

C'è tanta confusione, provo a fare qualche esercizio di allungamento per dare un po' di sollievo alle gambe, ma un principio di crampo mi suggerisce che, dopotutto, è meglio soprassedere...

Prendo la medaglia e mi dirigo subito verso il piazzale del rifugio dove sono sistemate le sacche che abbiamo riempito con gli indumenti da utilizzare per il cambio.

Mi cambio al volo e, mentre lo faccio, mi soffermo ad osservare il panorama... l'Ortles, con i suoi 3.905 metri, e il suo ghiacciaio dominano ampiamente la scena...

Mi aspetta un lungo viaggio per rientrare a Bologna.

Mi stringe il cuore ma devo proprio "scappare"... devo abbandonare in fretta e furia la gioiosa atmosfera che avvolge la zona di arrivo... dopo tutta la fatica che ho speso per arrivare fin lassù!!!

Mi sento quasi un ingrato, un fuggitivo, ma non posso proprio rimanere...

Ma "Il Gigante" sì... lui sì che mi è rimasto nel cuore!!!

martedì 2 luglio 2013

Val di Fassa Running 2013... uno spettacolo!

E con questo sono sei i giri podistici a tappe della Val di Fassa "portati a casa"!!!

Tutti indimenticabili, tutti vissuti appassionatamente e con tanta intensità, tutti e sei capaci di trasmettermi emozioni forti, indelebili, uniche...

Edizione condizionata dal maltempo quella appena conclusa; già lunedì gli organizzatori si erano visti costretti, causa neve, a rinviare la tappa di Campitello al mercoledì, giornata tradizionalmente dedicata al riposo ed allo svago per i quasi 400 runners che, per l'occasione, invadono l'intera Val di Fassa.

E veniamo alla cronaca... non dal primo giorno di gare, bensì dal tappone finale di venerdì 28 giugno: Moena - Alpe Lusia.

Le previsioni meteo del giovedì pomeriggio non sono incoraggianti: un fronte freddo valicherà le Alpi in serata, porterà piogge abbondanti e, complice una massa d'aria particolarmente fresca, in quota comparirà ancora la neve!

Quindi, ahinoi, ci risiamo... i pronostici si sprecano... c'è chi ipotizza un annullamento del tappone, c'è chi prevede un percorso ridotto con arrivo più in basso, i più fantasiosi ritengono addirittura probabile che, anziché la scalata di 12 km., verrà proposta una veloce  "sgambata" attorno al centro di Moena! Mah...

Per quanto mi riguarda mi auguro solo che le previsioni siano un tantino esagerate e, comunque, confido nel fatto che gli organizzatori faranno tutto il possibile per farci arrivare, come da programma, in cima al Lusia... sono fiducioso!

Nel tardo pomeriggio comincia a piovere... verso sera intensifica... attorno alla mezzanotte, quando mi appresto a mettermi a letto, diluvia! :-(

La mattina successiva, al risveglio, la pioggia è cessata, ma mi basta alzare un poco lo sguardo per rendermi conto che le alture circostanti sono imbiancate... e adesso?

Faccio colazione, mi preparo... arrivato a Pozza, al ritrovo con gli amici, mio fratello si connette ad internet alla ricerca di eventuali comunicazioni e si imbatte in una web cam che mostra un Lusia pieno di neve... ahi ahi...

Ci scambiamo sguardi pensierosi... tra noi cala un certo senso di sconforto...

Arrivati in centro a Moena lo speaker ci comunica che di neve, nella zona di arrivo, ne sono scesi ben 40 di centimetri... tappa inevitabilmente accorciata (anche se il dislivello rimane invariato) e partenza rinviata di un'ora per permettere agli organizzatori di "battere" il sentiero...

Fa molto freddo e attorno a noi le cime dei monti sono nascoste da nuvole sempre più cupe e più basse...

Ci infiliamo in una pasticceria per ingannare l'attesa, finché attorno alle 10 ci ripresentiamo nei pressi della partenza e, dopo aver preparato con molta cura gli indumenti che ritroveremo all'arrivo, diamo inizio al nostro riscaldamento.

Pochi minuti prima delle 10.30 siamo tutti allineati dietro al gonfiabile; qualche battuta in qua e in là con altri concorrenti... quello che conta, oggi, è arrivare lassù, inutile parlare di tempi...

Finalmente si parte...

Lasciamo immediatamente il centro del paese e ci immettiamo sul ripido sentiero prima, e sulla ciclabile poi, che ci porterà verso Someda per arrivare fino all'inizio degli impianti di risalita verso l'Alpe Lusia.

La pendenza non è particolarmente accentuata, ma le gambe fanno male e si muovono con estrema lentezza... un breve tratto in discesa è il preludio alla salita vera e propria che, dopo una secca svolta a sinistra, si presenta, irta, davanti ai nostri occhi.

Avanzo con un certo affanno... la corsa in salita si appesantisce, tant'è che spesso e volentieri mi vedo costretto a procedere camminando... mannaggia!

Dai e dai arrivo finalmente nei pressi della partenza del secondo troncone della funivia... gli alberi si diradano fino a sparire del tutto e dinanzi a me si presenta un paesaggio dai connotati lunari... è tutto bianco e avvolto dalla nebbia!

Supero il ristoro e il traguardo volante; dopo un breve tratto in piano riprende la salita e mi lancio quindi alla conquista della località Le Cune, a quota 2200, dove è posto il traguardo dell'ultima fatica della VdF Running 2013... ancora 3 chilometri!

Salendo, la nebbia si infittisce e il sentiero si fa sempre più colmo di neve: ai lati sono stati tracciati due "sentierini" praticabili per permetterci di correre, al centro un manto di 30 centimetri di neve rende molto difficoltoso passare da un "sentierino" all'altro... in più occorre sottolineare che siamo ad oltre 2.000 metri s.l.m. ed anche la respirazione, forse, ne risente...

Mentre arranco e il passo si fa sempre più incerto, chiedo ad uno spettatore che mi incita quanto manca... a suo avviso rimangono da percorrere solo 800 metri... non mi perdo d'animo e accelero il passo... ancora poche curve e ci sono... il gonfiabile ora è lì, a poche decine di metri davanti a me... lo attraverso e fermo il cronometro. E' fatta!

Un'esperienza eccezionale... fatico a descrivere il senso di euforia che, mescolato alla sofferenza e alla fatica, ho provato nel partecipare ad una tappa così "anomala"... correndo in quel contesto mi sono sentito parte di qualcosa di molto grande... trovo piacere nel correre, ma averlo fatto in condizioni estreme l'ho trovato ancor più meraviglioso e appagante!!! :-)

Ringrazio Francesco Cincelli e tutti i suoi collaboratori per averci regalato anche quest'anno un'edizione memorabile (anche le prime 4 tappe, sulle quali non mi sono soffermato, si sono rivelate tanto impegnative quanto appaganti per lo spirito. Correrle e riuscire a concluderle mi ha trasmesso gioia allo stato puro... mi è bastato tagliare il traguardo per far sì che la fatica si tramutasse in estasi!

Questo, per me, ha rappresentato la Val di Fassa Running 2013!!!

Ho partecipato a questa spedizione montanara in compagnia di Nicola (mio fratello), Flavio e Alberto che ringrazio per la piacevole compagnia!

Alberto, amico e compagno di squadra, ha partecipato per la prima volta alla corsa a tappe della Val di Fassa; ecco, a tal proposito, le sue riflessioni sull'esperienza appena conclusa:

"Fatica, e sì!
Appena arrivato a casa e concluse le 5 tappe di questa strana fine di giugno 2013, che sembra quasi inizio ottobre, tanto è freddo il clima, ho cercato una parola che riassumesse meglio quello che mi ha intimamente toccato di questa bella esperienza trentina e la parola più adatta, e anche la più ricorrente subito prima di Salita, è appunto Fatica (con la F maiuscola).
Ci sono citazioni di Oscar Wilde  per tutte le occasioni, ne ha dette tante, alcune famose altre meno, ho trovato questa, meno famosa, ma adatta a questa occasione:  “è una fatica da cani l'oziare. Ma non protesto contro la fatica purché non miri a uno scopo preciso.”
Condivido questo pensiero, perché è stata una fatica senza scopo preciso, non premiata, non fine a se stessa, non cercata e non voluta. Tra tutte le fatiche la migliore, quella del puro piacere di esserci, di accettare la sfida con se stessi e la montagna, di andare oltre i propri limiti mentali e fisici, per la voglia di immergere i propri pensieri in un ambiente incontaminato e unico e alla fine rendere l’ozio del dopo corsa nella vasca idromassaggio dell’albergo un piacere profondo. La valle trentina elargisce un ampio riposo; ti coccola con polenta e capriolo, con birre Wiesse di spessore e gusto rotondi e allo stesso tempo ti addolcisce con panna ai mirtilli e strepitosi strudel con salsa alla vaniglia. Meritato riposo dunque, ristoratore, in vista di una nuova sfida con la imprevedibilità della natura.
Profondo e a tutto tondo è stato il contatto con la natura e la sua indomabilità. Tempo avverso, freddo e neve ad alta quota che hanno intensificato l’autostima di noi 380 podisti scalatori che abbiamo portato a casa la medaglia di chi chiude l’impresa. Vera impresa è stata, le salite sono più adatte alle capre che ai podisti, così come le discese vanno bene per gli stambecchi e non certo per le scarpette tecniche dalla suola di gomma morbida di noi runners. Non ci hanno nemmeno risparmiato le vesciche ai piedi e tanto hanno aiutano i miracolosi cerottini salvapelle senza i quali sarebbe stato impossibile presentarsi alla tappa del giorno dopo.
Infine organizzazione impeccabile, percorsi ben segnalati, ristori puntuali, assistenza in gara sempre presente e classifiche disponibili appena finita la tappa.
Nello stesso tempo le famiglie si sono divertite moltissimo. L’organizzazione della corsa è stata impeccabile anche sotto questo aspetto, animazione per i bimbi dei partenti per tutto il periodo della corsa e un pomeriggio corsa a premi per i più piccoli con nutella party all’arrivo.
A questo punto passate le 5 tappe sarà che l’abitudine alleggerisce la Fatica, sarà che la memoria è corta, ma penso già a come preparare La VdF Running 2014... ma forse no... lascio ad altri la sfida con se stessi e l’Alpe!!???"

Grazie per il tuo contributo Alberto! ;-)

In discesa verso Penia - Val di Fassa Running 2013 - 1a tappa

A "rotta di collo" verso Soraga - Val di Fassa Running 2013 - 4a tappa

L'ascesa verso il Lusia - 5a tappa